Moncalieri, 13 giugno 2015

Buonismo

Voglio fare una premessa all'argomento che tratterò in questa mia nota, riguardante ancora una volta la questione dei profughi ( o migranti o comunque si voglia definire la massa di disperati che si è riversata e continuerà a riversarsi sul nostro paese). Ci sono in questa questione due evidenze, ognuna delle quali viene ignorata dalla parte interessata..

La prima è che coloro che dovrebbero affrontare il problema, i governanti, non sanno in realtà che pesci pigliare difronte ad un esodo di massa, la cui dimensione finale è imprevedibile. Dapprima si è tentato di minimizzare (o di esorcizzare?) il problema, negando che ci fossero parecchie centinaia di migliaia di disperati pronti a sfidare la morte per raggiungere il nostro paese; ora che è chiaro che probabilmente si tratta di un numero vicino al milione di esseri umani, ci si appella con maggiore forza all'Europa. Ho sentito il solo Mentana dire con chiarezza, anche se di sfuggita, che nessuno ha una soluzione seria da proporre.

La seconda è che quelli che non hanno responsabilità di governo hanno tutti una soluzione da proporre: soluzione assurda e irrealizzabile, come quella proposta dalla Lega di creare dei campi di accoglienza in Libia e di respingere indietro tutti coloro che tentano di raggiungere le coste italiane.

Naturalmente non ho neppure io alcuna soluzione al problema e penso che sia necessario trovare dei percorsi di lungo respiro per, in qualche modo, ridurre l'impatto della presenza di un elevato numero di stranieri in Italia. Fra l'altro, noi Italiani non siamo abituati a ricevere. pacificamente chi arriva da lontano, anche se è Italiano pure lui. Ricordo bene la reazione della gente del Nord ai tempi dell'immigrazione dal Sud: eppure è stata proprio quella immigrazione che ha permesso il boom economico del Nord. La presenza di extra-Europei nei paesi del Nord Europa è invece un fatto di lunga data: basti pensare all'Inghilterra ed ai suoi immigrati dai paesi del Commonwealth o alla Francia ed ai suoi Pied-Noir: già una quarantina di anni fa ero rimasto meravigliato dal gran numero di persone dalla pelle nera che giravano nei dintorni del porto di Amsterdam. Ma oggi neppure i paesi del Nord Europa son più disponibili ad accogliere nuovi immigrati.

Dicono che sia inutile piangere sul latte versato, ma io penso che riflettere sul passato possa servire ad evitare di commettere gli stessi errori nel futuro; mi ricollego per questo a quanto detto parecchi anni fa in una nota allora pubblicata su L'angolo dello zio Pietro. In Quella nota si metteva in luce, in forma ironica,, l'incapacità, o meglio la mancanza di una seria volontà, di fermare il traffico illegale (ma non certo clandestino) fra l'Albania e le coste pugliesi; traffico non solo di esseri umani, ma anche di droga e di armi. Allora gli scafisti non abbandonavano la loro “merce” su gommoni scassati, ma utilizzavano mezzi veloci e potenti, alla cui guida c'erano sempre gli scafisti. Era quello il momento di affermare la sovranità italiana sui propri confini con decisione ed efficacia: Non vedo perché non si dovesse sparare su quegli scafi, certo dopo che gli scafisti li avevano svuotati dal loro contenuto umano.

Vedo già la smorfia sulla faccia dei buonisti: si tratta sempre di uccidere degli esseri umani e c'è anche il rischio di “danni collaterali”.

Invito tutti però ad una riflessione: le conseguenze odierne di quel mancato intervento. Pian piano sono nate in tutto il mediterraneo spietate organizzazioni di delinquenti, che hanno lo scopo di trarre guadagno dal traffico di merce umana (e non solo umana). Quanti morti ha causato l'interesse di questi lestofanti ad incrementare lo spostamento di milioni di persone dai loro paesi d'origine verso l'Europa? Noi conteggiamo solo i morti in mare e, naturalmente, non tutti. Ma gli attraversamenti di deserti, le violenze su di loro perpetrate dalle popolazione degli stati che attraversano, gli stenti e la fame, quanti altri morti hanno fatto prima che questi disgraziati fossero gettati su un'imbarcazione malandata? Quando si lascia impunemente nascere un forte interesse economico su operazioni delittuose è fatale che il business venga incrementato e più il business cresce più è difficile fermarlo.

Qui sono alle solite: la politica non ha più alcuna capacità di incidere in alcun modo sui grandi fenomeni mondiali e si trova

a fronteggiare problemi che non è in grado non dico di risolvere, ma neppure di controllare in parte: è quasi certo che attraverso le operazioni di soccorso dei migranti noi foraggiamo pure il terrorismo, ma oggi nessuno sa come rimediare. Spero solo che in futuro i buonisti abbiano uno sguardo un po' più lungo e capiscono che in certi casi la forza è indispensabile. Tornando al caso particolare, è ovvio che oggi non è possibile preservare, come era solito dire una volta, “la sacralità dei confini”, ma è altrettanto ovvio che non è possibile neppure pensare di aprire le nostre frontiere in maniera indiscriminata. E se i richiedenti asilo divenissero 10 o 20 milioni cosa pensate che succederebbe? Qualcuno lo ha già detto; Salvini allora diventerebbe il minore dei problemi, perché qualche altro ben più temibile prenderebbe, purtroppo con buone probabilità di successo, il suo posto.

Il concetto di confine non può divenire un'astrazione teorica, ma deve essere una barriera concreta, superabile solo a discrezione degli stati che esso delimita. I buonisti che pensano che noi possiamo accogliere tutti si scontrano contro la realtà delle possibilità, oltre che,purtroppo, contro un mare di egoismi, anche ingiustificati, ma che non possono essere trascurati. Quindi piano piano e con i dovuti mezzi, bisogna rientrare nella logica che per secoli ha guidato gli stati: dal confine passa solo chi voglio io.

In conclusione, non so se il buonismo porti a peggiori risultati della spietatezza, ma sarebbe meglio trovare una giusta via di mezzo, con lungimiranza e saggezza, e non solo nel campo dei migranti.


Pietro Immordino


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