Moncalieri, 31 gennaio 2015
Il gatto e la volpe
Avrei potuto intitolare questo articolo “la bufala della rete”, ma, chissà perché, quando penso a Grillo e Casaleggio, me li vedo davanti agli occhi con le figure del gatto (Grillo) e della volpe (Casaleggio) di Pinocchio.
Anche in questi giorni di elezione del Presidente è andata in scena la pantomima della “Rete”. La prima cosa da rilevare è che non è della rete che si tratta in questo caso, ma di un blog di proprietà dei due e su cui possono esprimere la propria opinione solamente qualche decina di migliaia di iscritti, accuratamente selezionati dai sopraddetti. Inoltre, l'opinione di chi scrive può essere, e a volte viene, censurata a discrezione dei due: uno vale uno, se così mi piace! Pretendere che questi sondaggi estemporanei rappresentino l'opinione della maggior parte degli Italiani è decisamente un po' troppo, tanto più che la maggioranza degli Italiani non sta costantemente davanti al monitor del pc per rispondere ai sondaggi improvvisi dei due.
Mi preme, inoltre, far rilevare come anche per il blog di Grillo sia stata messa in atto la stessa operazione che ha portato all'ascesa di Grillo come politico: essere sempre massicciamente presente sui media tradizionali (giornali, radio, TV) senza una partecipazione diretta ai media stessi. Grillo è sempre stato presente su tutti i media perché ogni sua trovata era sempre ripresa da tutti i media con grande risalto; così egli veniva mostrato al pubblico in tutte le salse. Come uomo di spettacolo, inoltre, è stato abilissimo a creare delle sceneggiate di grandissima presa sul pubblico, che compiacevano i media, in quanto spettacolari ed in grado di suscitare la curiosità del pubblico. Chi non ricorda la traversata dello stretto di Messina o le finte fughe in maschera davanti ai fotografi?
Venendo ad oggi, la votazione in “rete”, ossia sul blog dei due, è stata nient'altro che un tentativo di ostacolare il corso di una legittima votazione, senza neppure, in verità, chiedere il vero parere degli iscritti al blog. La presentazione di una lista preconfezionata da cui scegliere, infatti, costituisce una violazione della libera scelta dei partecipanti, che avrebbero potuto avere voglia di proporre altri candidati. Ma tanto l'importante era urlare contro tutti e non eleggere un buon Presidente della Repubblica.
Un po' fuori tema, ribadisco ancora la mia avversità alle elezioni dirette quando i bacini elettorali sono molto ampi; in questi casi si rischia che gli elettori votino per un'immagine televisiva e non per una persona.
Pietro Immordino
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