Moncalieri, 9 novembre 2015

Gli onesti

L'altro giorno, mentre assistevo alla lezione di judo dei miei nipotini, chiacchieravo del più e del meno con il papà di un altro bimbo, che si esercitava anche lui sul tatami. Ad un certo punto abbiamo scoperto di avere lavorato ambedue, io in un ormai lontano passato e lui di recente, nel campo dei lavori pubblici ed io ho espresso la mia perplessità in merito alla possibilità di potere eseguire delle gare per opere pubbliche con dei risultati specchiati nell'attuale situazione di disgregamento di valori morali.

Il mio interlocutore mi fece notare, forse un poco risentito, che in realtà anche nel campo dei lavori pubblici opera un numero elevato di persone corrette e capaci. Però, continuando la discussione, ammise di avere dovuto abbandonare quel tipo di attività, perché non era d'accordo su come veniva gestito il lavoro.

A questo punto convergemmo pienamente sul fatto che per “mantenere la schiena dritta” nell'Italia di oggi occorre pagare un prezzo in termini di carriera, di soldi e perfino di riconoscimento sociale; tale e tanta è l'assuefazione al malaffare, che spesso l'onesto è ritenuto stupido, per non avere approfittato della sua posizione o per non essere stato almeno acquiescente alle situazioni di illegalità.

Con queste premesse mi si è presentata davanti agli occhi la situazione tragica di un'Italia che premia i disonesti e gli arruffoni e che tende ad isolare gli onesti e corretti, anche se capaci. Un paese siffatto non ha un futuro: è un paese in cui qualsiasi realizzazione di opere viene fatta in funzione dell'interesse di pochi e in cui i migliori non hanno altre scelte che trasferirsi all'estero o rinunciare ad agire con professionalità e coscienza; a meno di accettare di pagare un alto prezzo per la propria dirittura morale.

Ma poi ho cominciato a riflettere sull'affermazione del mio interlocutore: di persone corrette ce ne sono tante. Ho cominciato a ricordare tutti i miei conoscenti ed amici che avevano pagato un alto prezzo a causa della loro onesta, competenza e diligenza: alcuni un prezzo che più alto non si può! Soprattutto ho cominciato a pensare a tutti i giovani che conosco, moltissimi dei quali di profonda onesta intellettuale, che resistono impavidi in un paese che sembra non amare i giovani e che non si accorge che non utilizzare la loro energia e vitalità è esiziale per la nazione.

La speranza che il nostro paese inverta rotta e che gli onesti abbiano la forza e la capacità di cambiare lo stato di fatto ha ricominciato a rifiorire in me; debbo e dobbiamo avere fiducia in un futuro migliore per il nostro bene e per quello dei nostri figli e nipoti.

Pietro Immordino

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