Moncalieri 28 maggio 2013

Serietà vo cercando...

Giorni orsono ascoltavo il filosofo Aldo Masullo dissertare sulla situazione italiana attuale attribuendole due caratteristiche: la spettacolarizzazione e la mancanza di serietà.

Ora a me sembra che le due cose siano vicendevolmente causa ed effetto l'una dell'altra. La mancanza di serietà porta a "fare spettacolo" per non occuparsi seriamente dei problemi e la spettacolarizzazione ha come conseguenza lo smarrimento del senso della realtà e spinge ad attribuire maggiore importanza allo spettacolo rispetto ai problemi concreti. Succede così che lo spettatore viene attirato di più dalla battuta spiritosa o dal gesto eclatante che dagli argomenti seri e dalla verità.

Già, la verità. L'attenzione a distinguere il vero dal falso dovrebbe essere la linea guida per giudicare i nostri rappresentanti, ma questo sembra non interessare più tanto. Negli Stati Uniti la pubblica menzogna di un uomo politico veniva ritenuta intollerabile, ma il caso Clinton - Monica Lewinsky ha dimostrato che anche lì non è più tanto così.

Ma perché è così importante che un uomo politico non menta mai in pubblico? In fondo, per esempio, una bugia sulla propria vita personale non fa male a nessuno. Questo può valere per il singolo che non riveste cariche pubbliche o per il politico che esterni in privato, ma non può assolutamente essere accettato quando egli parla in pubblico.

Io elettore debbo sapere che colui che eleggo mi dice sempre la verità; una sola menzogna mette in dubbio ogni altra affermazione del mio rappresentante, che pertanto diventa indegno del suo ruolo.

Ma come fare a districarsi fra affermazioni contrastanti di avversari politici che hanno tutto l'interesse di deleggittimarsi a vicenda? Nella maggior parte dei casi, se si ha un poco di attenzione e un poco di memoria, non è difficile: sarà lo stesso uomo pubblico a contraddirsi alla prima occasione, perché chi è abituato a mentire ai propri rappresentati in genere ne ha poca stima e quindi persevera nelle sue menzogne. Inoltre ci sono le menzogne assolutamente incredibili, dalle quali ci si può proteggere semplicemente usando la propria testa. Se un premier mi vuol far credere che la ragazza che dormiva sotto il suo tetto, naturalmente ospitata solo per bontà d'animo, veniva da lui ritenuto nipote di Mubarak, io debbo pensare che o lui è un pericoloso ingenuo ( e allora è meglio non averlo come premier) o mi sta raccontando una fandonia.

Ma ritorniamo agli spettacoli. Lo spettacolo è sempre stato un mezzo di governo, tutti ricordiamo il "panem et circenses"; il problema nasce quando lo spettacolo, come dicevo all'inizio, diventa più importante della realtà e chi fa spettacolo ha più credibilità di chi opera concretamente; quando la battuta del comico è più risolutiva della buona azione di governo, quando ogni discussione politica è solo fonte di spettacolo e non di riflessione. In queste condizioni diventa impossibile un'azione di governo seria e plausibile e il paese va allo sbando.

Ma io sono un inguaribile ottimista e spero che sia già iniziato o che inizierà presto il momento della serietà e della concretezza.

Pietro Immordino

 

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