Moncalieri, 25 giugno 2013

Il berlusconismo

Ieri non ho avuta nessuna voglia di commentare l'esito del processo di primo grado sulla vicenda Ruby-Berlusconi, poiché mi sembrava scontata tanto la condanna quanto la reazione del Berlu-people. L'unica cosa che voglio dire in merito oggi è che finora le ire dei fedelissimi si erano rivolte contro la procura ed adesso sono stati costretti ad attaccare anche la magistratura giudicante. Ma tant'è.....

Oggi mi accingo a scrivere questo articolo sotto la spinta di due notizie odierne, che mi hanno richiamato alla mente l'essenza, la diffusione e la profondità del berlusconismo. La prima notizia è stata quella relativa alle indagini aperte dalla guardia di Finanza per frode fiscale su quasi tutte le società di calcio di serie A e B. La seconda notizia è quella relativa all'indagine della Dia di Reggio Calabria sul riciclo di denaro che partendo dalle cosche della 'ndrangheta portano fino al profondo Nord della Lega. È sempre doveroso premettere che si tratta solo d'indagini e che quindi, almeno nel primo caso, non ci sono ancora condanne, ma io penso che gli organi di Polizia, controllati dalla magistratura, nella maggior parte dei casi si muovano con precisi indizi, che certo non sempre sono seguite da condanne, ma possono servire a fare fischiare le orecchie ai lettori attenti. Gli errori di inquirenti e magistrati ci sono e vanno stigmatizzati quando accertati, ma non devono certo essere utilizzati per annullare preventivamente la credibilità della loro azione.

Ma cosa hanno in comune il processo a Berlusconi, le presunte frodi fiscali nel calcio e il riciclo di denaro da parte di grandi organizzazioni malavitose? Queste vicende sembrano separate una dall'altra eppure ci sono elementi comuni che proverò a spiegare di seguito, cominciando dalle vicende del calcio.

Il gioco del calcio ha due elementi fondamentali: l'enorme quantità di denaro che circola attorno alle attività dei club, direttamente o indirettamente, e le grandi passioni che suscita in folle smisurate. Il presidente di una squadra di calcio non è solo il responsabile di un'azienda, con i suoi valori economici e finanziari, ma le sue azioni, i suoi discorsi, i suoi comportamenti, volutamente o no, incidono sui comportamenti di un elevatissimo numero di persone. Inoltre, la sensazione di potere derivante dalla propria influenza sulla tifoseria, può portare ad auto-considerarsi in qualche modo al di sopra delle comuni regole civili. I grandi flussi finanziari, poi, necessitano e rendono possibile l'utilizzo di professionisti di elevatissima professionalità in campo legale e finanziario.

Le organizzazioni criminali, mediante il controllo del territorio unito alle enormi capacità finanziarie, possiedono forte influenza nelle zone, non solo del Sud, nelle quali operano, influenza che viene esercitata attraverso la costrizione o la corruzione, uniti alla sottovalutazione, specie nel Nord, da parte della popolazione. Anche in questo caso è presente l'azione di professionisti di primo piano, che danno grossi contributi, legali o meno, allo sviluppo economico e finanziario delle organizzazioni. L'intreccio fra politica e criminalità completa poi il quadro.

E veniamo al processo Ruby. Anche in questo caso è presente l'azioni di professionisti (avvocati) di altissimo livello, di ovvia enorme disponibilità finanziaria, e di consenso popolare, interessato o meno. Però io non credo che sommando le persone interessate con quelle sprovvedute più quelle accecate dalla passione si possa arrivare ad un totale di quasi un Italiano su tre che tifa Berlusconi. La verità, secondo me, va ricercata in un altro campo, nella mancanza di riconoscimento di regole comuni da parte di un gran numero di Italiani di cui ho già trattato in due precedenti articoli: Gli Italiani e Democrazia difficile .

Sono giunto al punto: quello che lega tutte le tre vicende di cui ho parlato è la mancanza di valori etici, che consente ad un politico di intrattenere rapporti loschi con la 'ndrangheta, mentre si dichiara pubblicamente suo nemico giurato, al presidente di una società di calcio di trattare con procuratori in maniera illecita, a uno stuolo di parlamentari di definire le corti di giustizia covi di sovversivi comunisti. E tutto questo avviene con l'ausilio interessato ed indispensabile di stuoli di professionisti, che ne ricavano ingenti guadagni e con il plauso di folle, che invece di stigmatizzare tali faccende, guardano spesso con ammirazione e rispetto ai protagonisti delle stesse.

Pietro Immordino

 

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