Moncalieri, 15 febbraio 2015

Le radici della demagogia

Oggi leggo su Twitter che Matteo Salvini ha dichiarato, a proposito dei migranti salvati in mare dalle nostre forze di sicurezza: “Io li aiuterei, ma NON LI FAREI SBARCARE: ne abbiamo abbastanza!”.Vorrei che precisasse le sue intenzioni: Vuole tenerli per sempre a bordo delle loro bare naviganti, gettando loro da lontano, per evitare contatti, cibo, bevande e coperte; vorrebbe tenerli per sempre a bordo dei mezzi di soccorso; oppure li vuole riportare nei luoghi di partenza, servendosi magari di leghisti duri e puri disposti ad affrontare i Libici o i Turchi, che certo non li accoglierebbero a braccia aperte? Di dichiarazioni di questa fatta è possibile ritrovarne quante se ne vuole, attribuibili a Salvini, ma proprio per queste affermazioni egli è in forte ascesa di popolarità presso gli Italiani.

Beppe Grillo aveva acceso le speranze di moltissimi Italiani, con l'illusione di moralizzare in un colpo solo tutta la vita pubblica e di dare un reddito a tutti i cittadini; anch'egli di tanto in tanto tuona contro i migranti. Usciamo dall'Euro ed avremo un periodo di quattro o cinque anni di peggioramento e poi tutto andrà meravigliosamente a posto. Ancora oggi una bella fetta di Italiani crede, o finge, di credere, in lui. Gli Italiani sono un popolo con scarsa capacità intellettuale e altrove va molto meglio? Beh, proprio non credo, visto i successi di Marine Le Pen in Francia, di Alba Dorata in Grecia, ecc.. Allora comincio a pensare che siamo di fronte ad un pericoloso sbandamento di quella forma di stato chiamata “democrazia”.

La forma di governo del popolo sta scivolando, se non è già scivolata in pieno, nella demagogia. A questo punto bisogna tentare di dare una distinzione chiara fra le due forme di governo democrazia e demagogia. Premette di ritenere che la parola democrazia comprenda in realtà forme molto diverse fra loro, che si adattano ai luoghi ed ai tempi in cui essa viene esercitata; per esempio, nei nostri paesi occidentali, ed attualmente, la democrazia è fortemente influenzata dalla plutocrazia: per diventare un rappresentante del popolo occorrono molti quattrini propri o forniti da altri. Pertanto la democrazia non è esportabile tout court presso paesi e popoli molto diversi, come la storia recente insegna. L'unica cosa che lega insieme le varie democrazie è la capacità di governare ottenendo, in varie forme, l'approvazione, e spesso solamente l'astensione, di consistenti parti della popolazione. Non mi spingo oltre in questa analisi della democrazia e ritorno alla differenza con la demagogia, che potrebbe sembrare a prima vista anche la forma più spinta di democrazia: i governanti interrogano il popolo e agiscono in base al suo volere (la democrazia diretta di Grillo). Naturalmente non è proprio così e non potrebbe esserlo. Infatti in realtà al popolo non viene chiesto di formulare delle ipotesi, ma di esprimersi su delle ipotesi che gli vengono proposte. Tradurre la volontà popolare in ipotesi concretamente realizzabili è quello che in teoria dovrebbero fare i partiti attraverso i loro iscritti; ma anche in questo caso si tratta di una frazione minoritaria della popolazione. Nella realtà ci sono individui o gruppi dirigenti che elaborano delle proposte e le sottopongono al giudizio popolare. Eugenio Scalfari ne ha dato questa buona definizione, che faccio mia: Detto alla buona, la democrazia consiste nel farsi guidare nell'azione di governo dai bisogni del popolo, vagliati alla luce della fattibilità. La demagogia consiste invece nell'impegno a soddisfare i desideri del popolo "indipendentemente dalla fattibilità". A questo punto è facile capire quanto sia facile scivolare dall'una all'altra forma di governo: le promesse non realizzabili risultano molto più appetibili di quelle realizzabili, specie nei momenti di crisi economica: a questo proposito vi rimando al mio precedente scritto “ Crisi economican e democrazia “. Quando mancano leader di alta capacità politica ed intellettuale, ai leader di minore spessore risulta facile farsi avanti con la demagogia.

A questo punto, fatta la diagnosi bisognerebbe trovare la terapia: naturalmente non ho l'antibiotico a largo spettro, ma come sempre mi rifugio nella speranza che la classe dirigente valida e la parte sana della popolazione abbiano uno scatto di orgoglio e siano capaci di smascherare le demagogie. Individualmente, ognuno di noi può contribuire a smascherare le bufale ed a convincere i propri interlocutori.

Pietro Immordino

 

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